martedì 2 giugno 2009

Coltivando rose

Coltivare le proprie rose è un concetto simile, ma molto più ampio, del massonico edificare il tempio e molto meno prosaico del volterriano occuparsi del proprio giardino.
Questa notte, dopo aver pubblicato il post sulla rosa nera, tramite il quale mi sono spogliato di quel fiocco che sa sempre mi lega le gambe, impedendomi di correre, ho riletto i precedenti post e qualche brano del Piccolo Principe.
Leggendolo vien da chiedersi "ma è davvero così semplice?". La risposta è sì.
La vita è come una bella automobile. La si può riempire di sovrastrutture inutili, rendendola difficile da guidare, dispendiosa in termini di carburante, anche brutta. Togliendo tutto quel che non serve, si ottiene una macchina sprintosa, veloce comoda e, soprattutto, che consuma poco. Le sovrastrutture sono i preconcetti, le paure irrazionali, i labirinti della mente e tutto quel corollario di pensieri e azioni che non fanno altro che avvelenare l'esistenza.
Un amico che non si sente da secoli e vorremmo sentire. Spesso capita che non lo si chiami per un non ben specificato pudore che impedisce di fare qualcosa di bello: sovrastruttura inutile e dannosa. L'obiettivo è il mordente che ci fa andare avanti, ma un obiettivo può essere giusto, come perdere tempo per coltivare la propria rosa e renderla unica, oppure amenità come il proverbiale "maxi televisore del cazzo", per il quale la gente trascura le cose importanti, sprecando tempo nell'inseguire qualcosa di inutile, creando ingordigia e innescando quel circolo vizioso che fa in modo che genitori consegnino la figlia minorenne ad un settantenne miliardario: sovrastruttura ancor più dannosa. L'elenco, purtroppo, è molto lungo.
Perché non sappiamo più dedicare tempo alle cose vere, trascurando quanto di inutile c'è nella nostra quotidianità? Un tempo avrei risposto che è colpa della cultura imperante, veicolata dai media, in primis la TV. Risposta semplice, precompilata e, assurdamente, sbagliata. Se una persona non vuole aderire al modello standard, non è obbligata, basta che liberi un minimo della propria personalità. La verità è che, in molti casi, questo mondo ci piace.
Io non posso indicare il giusto cammino, perché anche io mi sono perso nella via. Posso solo raccontare la mia strada e invitare le persone a non percorrerla troppo a lungo.
Oggi, guardando questo video su youtube, mi è successo qualcosa che non accadeva da anni. Mi sono commosso alle lacrime e, per quanto ridessi dalla felicità, piangevo come una fontana. Forse ho trovato il concime giusto...

Marco Drvso

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