venerdì 27 ottobre 2017

In memoria di Garada K7

In una storia il personaggio più importante è il cattivo, perché è il motore primo della vicenda. Come ho scritto qualche tempo fa, è Batman ad avere bisogno di Joker, per giustificare la sua esistenza, non viceversa. Il cattivo o villain, come amano definirlo gli anglofili, esiste ed ha una vita propria, progetti e scopi; l'eroe esiste per impedirlo, ma in assenza della sua nemesi sarebbe disoccupato.
Vicino al cattivo, soprattutto ai più iconici, c'è sempre un personaggio secondario, bistrattato, ridicolo, quasi invisibile, che per la sua situazione fa tenerezza. Il più famoso tra questi poveri cristi è Spugna (Mr. Smee), il nostromo del meraviglioso Capitan Uncino.
Queste righe sono dedicate, nel quarantacinquesimo dell'opera di Go Nagai, che ha dato inizio alla saga dei super robot, uno dei filoni più prolifici della moderna mitologia (e diano questo benedetto Nobel a Stan Lee!), ad un simpatico robot assassino dell'esercito del Dr. Inferno (Dr. Heru - Hell), comandato dal barone Ashura. Inferno è uno scienziato nazista che scopre gli antichi robot della civiltà di Micene e decide di conquistare il mondo (abbastanza banale come personaggio, se paragonato ai suoi tirapiedi e agli antagonisti del Grande Mazinga, per primo il generale Nero di Micene) e, da buon Mengele dei manga, si diletta con esperimenti umani, come unire insieme due corpi trovati coi robottoni, un uomo e una donna (entrambi con una metà perfetta ed una totalmente compromessa) e farne un solo essere: il barone Ashura, uno dei personaggi che più ho amato nell'infanzia.
Il robottone in esame è Garada K7.
Il mecha design è tra il minimale e il bruttino: classico umanoide a sezione cilindrica, con testa viola che ricorda un teschio, corpo viola, con una sorta di corazza rossa e i tipici mutandoni neri da robot anni '70 (i robot giapponesi avevano il basso ventre disegnato come un pannolone, quando i personaggi dei fumetti americani indossavano le mutande sopra i pantaloni), ma con due grosse, iconiche corna a falcetto, sfilabili all'occorrenza, che lo rendono inconfondibile. Garada K7 compare nella prima puntata di Mazinga Z ed esplode dopo pochi minuti e forse sarebbe stato dimenticato, se il maestro Nagai non lo avesse scelto come primo nemico di Mazinga Z e riciclato in ogni opera successiva in cui compare Koji Kabuto, il pilota di Mazinga.
-Nota: in occidente arrivò per primo il terzo capitolo della trilogia, Goldrake (Grendizer), quindi si fece confusione, in fase di traduzione e doppiaggio. Alcor, la spalla di Goldrake (che non è il robot, ma il pilota; il robot è Grendizer), è Koji, che nel doppiaggio di Mazinga è diventato Ryo-
Compare in tutte le serie ambientate su diverse linee narrative o universi paralleli,  come quella del 2008 e Mazinkaiser, sempre facendo la stessa orribile fine, ma guadagnando sempre più spazio e dettagli. È uno dei personaggi nel lungometraggio "Il magico mondo di Go Nagai", uno dei modellini più venduti e si è guadagnato un ruolo da protagonista in serie comiche recenti, come Robot girl Z (che non è di Nagai, ma è un omaggio demenziale al maestro, che consiglio), oltre a citazioni in svariate opere di altri mangaka.
A 45 anni dalla sua nascita, mentre tutti, me compreso, festeggiamo Koji, Mazinga, Sayaka, Boss, Hell e Ashura, voglio ricordare un personaggio nato come semplice carne da cannone, con un arco narrativo di scarsi 5 minuti, che per qualche arcana ragione è diventato uno dei più amati e iconici, facendo dimenticare personaggi più importanti. Un eroe silenzioso, che da quasi mezzo secolo le prende per il nostro divertimento e quasi sempre salta in aria.
Possono fare altre 1000 storie con Mazinga Z, magari dimenticando di inserire gli altri personaggi, anche i più importanti come Sayaka e Boss, ma non può esistere una storia di Mazinga Z e Koji Kabuto senza Garada K7.
Garada K7, il robot nessuno, brutto, con un nome ridicolo e un destino segnato, che seppe diventare una icona.

Marco Drvso

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